L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna.
Una festa dedicata alle conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne in tutto il mondo.
Istituita (in alcuni Paesi europei) per la prima volta nel 1911, a Copenaghen, al fine di commemorare la lotta per l’uguaglianza, il diritto di voto e il miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne. Tuttavia non tutti i paesi si unirono sin dal primo momento.
Ma ora entriamo nel vivo del discorso. Alle donne quanto piace il mondo del vino?
Alle donne quanto piace il mondo del vino? Molto. Anzi, moltissimo!
Le donne, infatti, stanno ricoprendo un ruolo fondamentale nel mondo del vino, diventando portatrici di idee innovative nel settore e contribuendo all’evoluzione delle competenze in un ambito storicamente a trazione maschile.
Negli ultimi decenni la quota rosa all’interno del mondo enoico si è allargata (per fortuna) notevolmente: sempre più donne si sono affermate come enologhe, produttrici di vino e sommelier, contribuendo a ridefinire il panorama del vino a livello globale.
Nei secoli precedenti le donne erano state escluse dai ruoli professionali relativi alla produzione e al commercio del vino.
Ad esempio non potevano entrare nelle cantina per motivi assolutamente infondati e scaramantici.
In passato, secondo le usanze di alcuni paesi, alle donne veniva addirittura proibito il consumo di vino.
Tuttavia in Francia, precisamente nel 1874, grazie a Madame Pommery avvenne una vera e propria rivoluzione nel mondo dello Champagne: rivoluzione che, probabilmente, ha aiutato molte donne ad entrare nel mondo del vino.
Andiamo a scoprire insieme cosa accadde.
La storia della Maison Pommery è iniziata il 16 luglio 1856 quando Alexandre Louis Pommery, commerciante di lana, decise di investire i propri risparmi in un’azienda dedita alla produzione ed al commercio di Champagne.
Dopo appena due anni, con la morte di Alexandre Louis, la moglie Madame Pommery prese le redini della Maison.
A quei tempi lo Champagne si abbinava esclusivamente a dessert, grazie alle sue note prevalentemente dolci.
In questo contesto arrivò l’intuizione di Madame Pommery, famosa per essere stata la prima ad aver prodotto un vino spumante brut, o meglio, uno Champagne Brut, caratterizzato da un dosaggio zuccherino molto più basso rispetto agli standard del tempo.
Molto conosciuto e romanzato è l’aneddoto in cui si narra del primo assaggio dell’esperimento vinicolo dell’imprenditrice francese.
Pare infatti, che in occasione del primo assaggio, Madame Pommery esclamò: “C’est Brutal”. Proprio a descriverne il basso grado zuccherino percepito durante la primissima degustazione.
In seguito, nel 1879, lo Champagne Pommery Brut fu introdotto sul mercato.
È un blend di uve Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, selezionate da diverse vigne della regione di Champagne. Dopo la fermentazione viene invecchiato per almeno 3 anni nelle cantine sotterranee della Maison, che si estendono per oltre 20 chilometri sotto la città di Reims.
Oggi Pommery è una delle più importanti case produttrici di Champagne del mondo, nota per la sua attenzione alla qualità e alla sostenibilità.
Lo Champagne Pommery Brut è ancora uno dei suoi prodotti di punta, apprezzato per la sua freschezza, eleganza e persistenza.
Come già anticipato, oggi fortunatamente il terroir del business vinicolo italiano ed internazionale è profondamente mutato a favore di una quota rosa molto più ampia.
Oltre alle tantissime professioniste femminili che lavorano ogni giorno nelle cantine vinicole come enologhe, produttrici, agronome, rendendo il mondo del vino un posto migliore, è impossibile non citare il forte interesse di un nuovo pubblico, in molti casi a prevalenza femminile, ancor più preparato e curioso.
Un target femminile sempre più interessato alla cultura vitivinicola, crescente e giovane (spesso appartenente alla Gen Z) che non va trascurato. Anzi andrebbe accompagnato con nuove idee come ad esempio una nuova offerta di enoturismo più accattivante e al passo con i tempi.
Leggi qui alcuni esempi di esperienze di enoturismo in cantina.
Inoltre nel 1988, in Italia, è nata l’Associazione Nazionale Donne del Vino, esempio virtuoso con una mission importante ed ambiziosa: la formazione e la valorizzazione del ruolo della donna imprenditrice nel settore vitivinicolo ed enoturistico.
Ad ogni modo, fra non molto, sarà la Festa di tutte le Donne.
Dunque qual miglior occasione per stappare una bottiglia di Pommery per onorare l’imperitura memoria della madrina dello Champagne Brut?