Uno dei momenti più importanti, quando si acquista una bottiglia di vino, è senza dubbio la lettura dell’etichetta.
Quella che sembra un’attività davvero semplice e di routine, in realtà nasconde alcune difficoltà. Ad esempio cosa significa quando in etichetta è presente uno dei seguenti termini “Classico”, “Riserva”, “Superiore” o “Vigna”?
Proviamo a chiarire le idee e ad entrare nel merito della terminologia dell’etichetta vinicola.
Quando in etichetta c’è la menzione “Classico”, vuol dire che il vino che abbiamo tra le mani , DOCG o DOC, è prodotto con uve provenienti dalla zona di origine più antica.
Il termine “Riserva”, sempre in relazione ai vini DOCG o DOC, indica un vino che ha seguito un periodo di invecchiamento non inferiore ai due anni per i vini rossi e non inferiore a un anno per i vini bianchi e spumanti con metodo Martinotti o Charmat. Per quanto riguarda gli spumanti metodo classico, il periodo di invecchiamento non dovrà essere inferiore ai tre anni.
Quando è riportato in etichetta il termine “Superiore”, vuol dire che si sta per degustare un vino DOCG o DOC ma con:
E quando invece è presente in etichetta la parola “Vigna”?
Vuol dire che abbiamo tra le mani una bottiglia prodotta con specifiche uve di una determinata zona e di un determinato appezzamento.
Insomma, in questo caso si mette in risalto il vigneto in cui sono state coltivate le uve utilizzate per la produzione di quel vino. Naturalmente, come ulteriore garanzia nei confronti del consumatore, la specifica porzione di terra dovrà essere denunciata dal produttore, garantendo inoltre che la vinificazione delle relative uve venga effettuata a parte rispetto alle uve prodotte in altri appezzamenti di terreno.