Sei una grande esploratrice o un viaggiatore insaziabile. Sei sempre alla ricerca di nuovi stimoli e sapori.
Possiamo anticiparti che ti trovi nel posto giusto!
Se ti interessano le culture e i sapori d’oltreoceano, allora non puoi non soffermarti a degustare un buon sakè: una bevanda giapponese dal fascino intramontabile e dalla storia millenaria.
Abbiamo scritto una Guida pratica per accompagnarti nella scoperta del “vino di riso” e aiutarti a comprendere le diverse tipologie di sakè e come degustarle al meglio.
Il sakè è una bevanda alcolica tradizionale giapponese ottenuta dalla fermentazione del riso.
Sebbene sia spesso associato alla cultura giapponese, sta diventando sempre più popolare in tutto il mondo, grazie alla sua complessità di aromi e sapori.
La storia di questa bevanda non è ben documentata, tuttavia si inizia a parlare di sakè in Giappone già dal III secolo: questo dato è molto utile in quanto ci ricorda che stiamo parlando di una bevanda, colma di storia, che ha attraversato quasi due millenni prima di giungere a noi.
Uno dei territori più famosi per il sakè è la regione di Nada a Hyogo, situata nella parte occidentale del Giappone.
Questa regione è famosa per la produzione di un sakè di alta gamma grazie alla presenza di un’abbondanza di acqua di elevata qualità e al clima temperato tipico della regione.
Un’altra regione famosa per il sakè è Fushimi a Kyoto. Anch’essa è famosa per la sua acqua, elemento fondamentale per la produzione di sakè di alta qualità.
Il sakè è classificato in base al grado di purezza del riso, alla quantità di polvere di riso rimossa e alla quantità di alcol aggiunto: è spesso chiamato “vino di riso” perché viene prodotto utilizzando il riso come ingrediente principale.
Tuttavia, a differenza del vino, che viene prodotto con il processo di fermentazione dell’uva, il sakè viene creato attraverso un processo di fermentazione speciale che coinvolge l’amido di riso.
Il processo di produzione del sakè prevede la conversione dell’amido di riso in zucchero utilizzando un fungo chiamato koji.
Successivamente, lo zucchero viene fermentato con l’aggiunta di lievito che produce alcol.
Il risultato finale è una bevanda alcolica leggermente dolce e aromaticamente complessa.
I sakè si dividono in 2 tipologie: il futsushu (sakè normale) e il sakè premium (che deve rispettare le regole di un disciplinare) che a sua volta si divide in 8 categorie.
In aggiunta alle 8 categorie principali, ve ne sono altre che si differenziano per ulteriori caratteristiche come ad esempio il metodo di fermentazione utilizzato.
Di seguito abbiamo selezionato 5 tipologie di sakè molto diffuse che puoi trovare in commercio.
Junmai: puro, fatto solo con riso, acqua, lieviti e koji (un fungo utilizzato per la fermentazione). Non contiene aggiunta di alcol.
Honjozo: questa tipologia è simile al Junmai, ma con l’aggiunta di una piccola parte di alcol distillato.
Ginjo: in questo caso il riso viene pulito ulteriormente e la fermentazione avviene a una temperatura più bassa rispetto al Junmai e all’Honjozo. Il risultato è un Sakè più morbido e aromatico.
Daiginjo: il riso viene pulito ulteriormente rispetto al Ginjo e la fermentazione avviene a temperature ancora più basse. Questo tipo di sakè è molto delicato e aromatico.
Nigori: è un sakè non filtrato, quindi ha un aspetto torbido e una consistenza più densa rispetto alle altre tipologie.
Il grado alcolico del sakè può variare notevolmente a seconda del tipo di sakè e del produttore. In genere, il contenuto alcolico del sakè varia dal 12% al 22% in volume.
Esso dipende principalmente dalla quantità di zucchero che viene convertita in alcol durante il processo di fermentazione.
Inoltre, la durata della fermentazione e l’aggiunta di alcol puro possono anche influenzare il contenuto di alcol del sakè.
Alcune varietà di sakè, come il Genshu, non vengono diluite con acqua dopo la fermentazione, quindi hanno un contenuto alcolico più elevato rispetto ad altri.
Nella maggior parte dei casi i sakè hanno un titolo alcolometrico che va dal 15 al 17%, ovvero poco più elevato rispetto al livello di un vino. Ma esistono anche sakè con una percentuale alcolica più bassa, intorno all’8-10% (ad esempio quelli frizzanti).
Ad ogni modo, anche i sakè non diluiti che presentano una gradazione alcolica maggiore, non possono superare il 22% di alcohol by volume.
In generale, il contenuto alcolico del sakè dipende dalla tecnica di produzione utilizzata dal produttore e dal tipo di sakè prodotto.
Il sakè dovrebbe essere servito freddo a una temperatura tra i 10 e i 15°C per i sakè Ginjo e Daiginjo, e intorno ai 20°C per i sakè Junmai e Honjozo.
Il bicchiere ideale per il Sakè è quello tradizionale giapponese, chiamato choko. Tuttavia, un bicchiere da vino bianco può essere utilizzato come alternativa.
Le regole di servizio prevedono questo procedimento: va versata una piccola quantità di bevanda nel bicchiere che, a sua volta, va inclinato leggermente. Il sakè va fatto roteare intorno alle pareti del bicchiere.
Poi il sakè va annusato per percepirne gli aromi. I Junmai e Honjozo contengono aromi più decisi, mentre i Ginjo e Daiginjo sono più delicati e floreali.
Assaggiare la bevanda, lasciandola in bocca per qualche secondo per apprezzarne la complessità dei sapori.
I sakè Ginjo e Daiginjo si presentano al gusto più morbidi e delicati, mentre i sakè Junmai e Honjozo più strutturati e complessi.
L’abbinamento con il cibo dipende dal tipo di sakè che si sta bevendo.
Tuttavia, ci sono alcune linee guida generali che è possibile seguire per abbinare il sakè con il cibo.
L’Aridake si presenta secco alla degustazione, ha un sapore pulito e nitido. Questo tipo di sakè si abbina bene con piatti delicati come insalate, pesce alla griglia, verdure al vapore e cibi fritti.
L’Amazake invece è dolce, morbido e fruttato. Si abbina bene cibi piccanti come il pollo fritto, il maiale alla griglia e il riso speziato.
Il Nigori si presenta morbido, cremoso e ricco. Ideale con piatti salati come il sushi e il sashimi, nonché con dessert come il gelato alla vaniglia e la torta di formaggio.
Il Genshu è tipicamente robusto, dal sapore forte e intenso. Perfetto con carne alla griglia, i formaggi stagionati e i piatti speziati.
Ci siamo divertiti a preparare qualche accostamento cibo-sakè, tuttavia gli abbinamenti potrebbero essere davvero tantissimi grazie alla grande versatilità della bevanda e alle tantissime tipologie presenti in commercio.
Figlio della cultura nipponica e delle sue peculiarità, il sakè si accompagna alla perfezione con piatti della tradizione culinaria giapponese come sushi, sashimi, tempura e ramen, ma può essere anche bevuto con pietanze provenienti da altre cucine, come l’italiana o la francese.
Il Sakè è diventato sempre più popolare in tutto il mondo, e oggi viene prodotto anche in altri paesi come gli Stati Uniti, l’Australia e l’Europa.
Tuttavia, il Sakè giapponese rimane sempre il più rinomato e apprezzato in tutto il mondo.
Ora che sei pronto a degustare il tuo sakè non resta che brindare.
Ma anche qui devi stare attento a ciò che esclami durante il brindisi!
Kanpai (che in italiano vuole dire “bicchiere asciutto”) è la parola giusta per un brindisi.
Non esclamare il nostro “cin-cin” perché la parola giapponese che corrisponde a “chinchin” vuol dire ben altro!
Altri consigli utili per brindare con delle persone giapponesi potrebbero essere i seguenti: mai servirsi da soli, sollevare il bicchiere con due mani e guardare negli occhi della persona con cui si brinda.