Durante il Paestum Wine Fest 2023 abbiamo partecipato a varie Masterclass dedicate a vini e vitigni provenienti da ogni parte d’Italia.
Questo approfondimento è dedicato proprio ad una di queste esperienze: la Masterclass organizzata da Tenuta San Leonardo.
Ti possiamo anticipare solo che abbiamo degustato due vini straordinari!
Ma procediamo con ordine: prima una breve panoramica sulla Cantina e sul territorio.
Tenuta San Leonardo è una cantina storica del Trentino Alto Adige: la Tenuta si trova precisamente ad Avio, in provincia di Trento, zona storicamente vocata alla coltivazione della vite.
La Tenuta è stata in precedenza un monastero (più di 1000 anni fa) per diventare successivamente la residenza dei Marchesi Guerrieri Gonzaga che ne sono gli attuali proprietari.
Tenuta San Leonardo è attualmente una gemma della cultura vinicola italiana immersa nella natura: i suoi preziosi vini possono contare su un terroir unico nel suo genere che spazia dalle imponenti montagne trentine fino al mite Lago di Garda.
Il vino simbolo della Tenuta è senza dubbio il “San Leonardo” Vigneti delle Dolomiti IGT.
Si tratta di un taglio bordolese particolarmente elegante e raffinato.
I vitigni utilizzati per la composizione di questo meraviglioso vino sono il Cabernet Sauvignon per il 60%, il Carmenère per il 30% e il Merlot per il restante 10%. Naturalmente, a seconda delle varie annate, le percentuali possono variare ma le proporzioni tutto sommato sono queste.
Prima di passare ai due vini degustati, un utile ripasso sul “taglio bordolese“.
Parliamo di taglio quando ci si trova di fronte all’assemblaggio di uve di più vitigni.
In particolare per il taglio bordolese si tratta sempre delle uve dei vitigni impiegati per la produzione dei vini rossi di Bordeaux: Merlot e Cabernet Sauvignon di base e in aggiunta Cabernet Franc, Carmenère, Petit Verdot e Malbec in quantità differenti a seconda del progetto enologico.
Come già anticipato il vino simbolo della Tenuta è senza dubbio il “San Leonardo” Vigneti delle Dolomiti IGT.
Un vino rosso di spiccata eleganza e dalle incredibili capacità di invecchiamento.
L’affinamento avviene in barriques di rovere francese di primo, secondo e terzo passaggio, per ben 24 mesi.
Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot sono i protagonisti che compongono questa perla della cultura vinicola italiana.
Durante il Paestum Wine Festival, attraverso la sapiente conduzione di Francesca Negri e Paolo Lauciani, abbiamo degustato (durante la Masterclass dedicata alla Tenuta) due annate di San Leonardo: la 2018 e la 2006.
Il fine era proprio proporre un confronto e capire in che modo potesse evolvere questo elegante vino rosso delle Dolomiti.
La degustazione è partita dall’annata più giovane, la 2018.
Inutile parlare dell’intensità al naso di questo calice: un tripudio di frutta rossa come ciliegia e la mora o addirittura di bacche come il ribes nero, talmente avvolgenti e persuasive che il calice tendeva ad avvicinarsi da solo alla bocca.
Poi si percepivano sentori di vaniglia, di tabacco e di legno. Senza dubbio merito dei 24 mesi di affinamento in barriques di rovere francese.
Al gusto si percepivano immediatamente il tannino elegante e levigato che accarezzava la guancia oltre che la grande struttura.
Un grande vino rosso italiano, un elogio alla nostra cultura vinicola. Perfetto, secondo noi, con i piatti a base di carne tipici della zona trentina.
Da provare almeno una volta nella vita.
Il secondo calice è stato un San Leonardo annata 2006.
Piccolo spoiler: non si trattava di vino. Per noi era poesia liquida nel calice.
I due relatori, prima della degustazione, hanno affermato che la 2006 è stata un’annata magnifica per la Tenuta e che “le annate con il 6 finale sono speciali per il San Leonardo”.
Beh, niente male come inizio no?
Mentre l’acquolina iniziava a crearsi in bocca, abbiamo iniziato la degustazione olfattiva: incredibile è l’unico aggettivo coerente ed utilizzabile.
Al naso vi erano sensazioni balsamiche di frutti di bosco e di bacche nere. Ma ancora tabacco e cioccolato.
La complessità olfattiva, in effetti, ci ha accompagnato durante l’intera degustazione.
Al gusto, invece, calore, morbidezza, eleganza, raffinatezza. C’era tutto ciò che si vuol incontrare in un vino rosso d’annata di grande struttura.
Abbinabile a piatti di cacciagione ma anche al tartufo.
Bottiglie come quella di San Leonardo 2006 fanno parte del patrimonio vinicolo italiano: sono magnifiche espressioni territoriali e rappresentano esperienze enogastronomiche indimenticabili per i palati dei degustatori. Inoltre il confronto fra le annate è stato oltremodo interessante, confermando che la capacità di evoluzione di questo vino è pressoché unica.
Possiamo dire che prima che con occhi, naso e bocca, questa degustazione va portata avanti con il cuore. O meglio, con un cuore che ha voglia di emozionarsi.
Alcuni vini speciali, secondo noi, vanno degustati così.
E questo taglio bordolese-trentino d’annata è davvero speciale.