Questo approfondimento è dedicato ad una categoria di vini toscani incredibili che si distaccano dalla grande tradizione vinicola regionale.
Infatti quando si pensa alla Toscana vinicola, la prima cosa che viene in mente è sicuramente un Chianti o un Brunello di Montalcino: di conseguenza alle 1000 sfumature di un vitigno speciale come il Sangiovese.
Ma, come già anticipato, qui si parla di altro. La Toscana è ricca e variegata soprattutto dal punto di vista vinicolo e per questo motivo, noi di Grapee riteniamo assolutamente necessario approfondire la conoscenza di una categoria vinicola denominata, intorno agli anni ’80 del secolo scorso, Supertuscan.
Inizia qui la nostra “guida tascabile” per esplorare l’universo di questi meravigliosi super-vini.
Ma quindi cosa sono questi Supertuscan precisamente?
Partiamo da un’utile precisazione: non stiamo parlando di un vitigno e neanche di un vino in particolare. Non è il nome di un disciplinare.
Infatti i vini Supertuscan non rispettano i canoni di alcun disciplinare (tranne in un caso di cui parleremo nel prossimo paragrafo), né prevedono l’esclusivo utilizzo delle uve della tradizione toscana.
Sono vini rossi toscani che si allontanano volontariamente dalla tradizione e per questo motivo non possono rientrare in alcuna denominazione. Per la produzione di questi vini si utilizzano uve di altri vitigni insieme o al posto del “toscanissimo” Sangiovese: in particolare vengono utilizzati i vitigni del taglio bordolese (il Cabernet Sauvignon e il Merlot), ma anche altri vitigni come Cabernet Franc e Syrah.
I vini Supertuscan nascono dalla vinificazione delle uve di uno di questi vitigni citati o dal loro blend, ossia dalla loro unione.
Il termine “Supertuscan” è stato coniato dalla stampa inglese durante la metà degli anni ’80.
Si può affermare che i Supertuscan, per quanto rivoluzionari, possiedono una storia ancora molto giovane.
Come anticipato, si tratta di vini che non rientrano sotto le denominazioni DOC o DOCG della regione Toscana.
Ad eccezion fatta per un vino: il Bolgheri Sassicaia DOC.
Gli altri Supertuscan rientrano quasi per la totalità sotto la denominazione IGT (Indicazione Geografica Tipica).
Tuttavia, dopo averlo nominato, un brevissimo excursus sul Bolgheri Sassicaia DOC è d’obbligo.
Inizialmente questo vino rientrava nella DOC Bolgheri come sottozona. Nel 2013 è cambiato tutto: infatti gli è stata riconosciuta una DOC autonoma. Avvenimento del tutto speciale nel panorama vitivinicolo italiano.
Di seguito il perchè. Nella Bolgheri Sassicaia DOC la zona di produzione (indicata dal disciplinare) corrisponde precisamente al territorio di una sola proprietà. Quindi ad una sola e leggendaria cantina: Tenuta San Guido.
Ed è proprio Mario Incisa della Rocchetta, fondatore della Tenuta e grande appassionato ed estimatore dei vini bordolesi, ad anticipare tutti e impiantare in Toscana vitigni provenienti dalla Francia: questo perchè osservò una certa somiglianza territoriale tra Bolgheri, in Toscana, e Graves, nella zona di Bordeaux, dove aveva potuto apprezzare le migliori tecniche di vinificazione del tempo.
La prima annata commercializzata di Sassicaia è il 1968, ma già precedentemente veniva prodotto come vino di famiglia e, quindi, non venduto.
In quegli anni viene introdotto in Italia l’utilizzo delle barriques francesi. Novità produttiva che poi si è diffusa in tutta la Penisola.
Il Sassicaia, blend di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, è stato il primo vero Supertuscan: è stato l’apripista per tutti gli altri vini toscani fuori dagli “schemi”.
Successivamente nasce il Vigorello, prodotto come Sangiovese in purezza. Poi, nel 1971, è arrivato un blend tra Sangiovese e Cabernet Sauvignon, conosciuto nel mondo come Tignanello.
Potremmo dunque riassumere concettualmente un vino Supertuscan con questa definizione: sono vini prodotti dalla vinificazione di uve Sangiovese oppure di uve di taglio bordolese, o dal blend di queste uve e che rispettano le tecniche dell’affinamento in barrique.
Caratteristiche principali di questa tipologia di vino dai caratteri bordolesi sono il grande corpo e la struttura, con profumi intensi e sentori delicati e persistenti.
Grazie alle grandi differenze di vitigni utilizzati non è possibile restituire una descrizione univoca per tutti i vini di questa tipologia: le caratteristiche che li accomunano sono la morbidezza, il tannino elegante ingentilito dall’affinamento in barrique, l’avvolgenza del cavo orale e l’elevata persistenza.
Di seguito i principali vini, definiti Supertuscan, con prima annata sul mercato e vitigno/i utilizzato/i:
1968
Sassicaia – Tenuta San Guido (Cabernet Sauvignon); oggi (Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc)
Vigorello – Tenuta San Felice (Sangiovese)
1971
Tignanello – Antinori ( Sangiovese, Cabernet Sauvignon; Cabernet Franc)
1977
Le Pergole Torte– Montevertine (sangiovese)
1978
Solaia – Antinori (Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc)
La Corte – Castello di Querceto (Sangiovese)
1979
Ghiaie della Furba – Capezzana (Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah)
I Sodi di San Niccolò – Castellare di Castellina (Sangiovese, Malvasia nera)
1980
Cepparello – Isole e Olena (Sangiovese)
Sammarco – Castello dei Rampolla (Cabernet Sauvignon)
Sangioveto – Badia a Coltibuono (Sangiovese)
1981
Flaccianello – Fontodi (Sangiovese)
Camartina – Querciabella (Sangiovese, Cabernet Sauvignon)
1982
Grattamacco – Grattamacco (Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese)
1983
Le Stanze – Poliziano (Cabernet Sauvignon, Merlot)
Fontalloro – Felsina (Sangiovese)
1984
Ornellaia – Tenuta dell’Ornellaia (Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc)
1985
Masseto – Tenuta dell’Ornellaia (Merlot)
Summus – Banfi (Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Syrah)
Balifico – Castello di Volpaia (Sangiovese, Cabernet Sauvignon)
1987
Saffredi – Le Pupille (Cabernet Sauvignon, Merlo, Alicante)
1989
Paleo – Le Macchiole (Cabernet Franc)
Olmaia – Col d’Orcia (Cabernet Sauvignon)
1990
Guado al Tasso – Antinori (Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah)
Cavaliere – Michele Satta (Sangiovese)
Romitorio – Ruffino (Colorino, Merlot)
1991
Lamaione – Frescobaldi (Merlot)
1993
Luce – Frescobaldi (Sangiovese, Merlot)
1995
Piastraia – Michele Satta (Cabernet Sauvignon, Merlot, Sangiovese, Syrah)
Solengo – Argiano (Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah)
1997
Petra – Petra (Cabernet Sauvignon, Merlot).